Da piccolo ero un bambino tranquillo ma già riflessivo. Le avventure di mare e in paesi lontani non sarebbero state soltanto fantasticherie da ragazzi. Forse gli studi di ragioneria mi hanno fatto capire che il mondo preciso dei numeri e degli schemi non facevano per me e il mare tornò a chiamarmi. Fare il bagnino mi permetteva di vivere nella mia dimensione stare scalzo e a torso nudo, libero e in mezzo alla gente. Il lavoro stagionale era anche il modo per fare quello che amavo di più: viaggiare. Conoscere paesi lontani culture diverse come l’India, l’indocina l’America del sud. Non il viaggio per riempire i pochi giorni di vacanza, ma viaggiare per scoprire e conoscere. In fondo il mare per me è il viaggio, la scoperta l’avventura. Non è un caso che le decisioni più importanti le ho prese proprio in cima ad un trespolo guardando il mare in mezzo alla folla, un pò come uno yogi che medita imperturbato in mezzo al frastuono dell’India.
Questo è il mio mondo che porto in ogni mio piatto, dall’esperienza dell’osteria dell’Amor Cieco che avevo aperto a Varazze, fino a tutti i sapori e le spezie di cui mi sono innamorato nei miei viaggi.